Come dobbiamo intendere la possibilità, concettualmente nuova, di intervenire sul genoma umano? Come una crescita di libertà che chiede di essere disciplinata sul piano normativo, oppure come l'autorizzazione a produrre trasformazioni che non hanno bisogno di nessun'autolimitazione? A queste domande -- e ad altre a queste riconducibili -- il filosofo tedesco Jürgen Habermas cerca di dare una risposta ne Il futuro della natura umana, il suo ultimo saggio.
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