I limiti che Rosa s'impone per essere universale

di Marco Cristellotti 

Il regionalismo e l'uso del vernacolo o anche solamente del linguaggio colloquiale e popolare sono un fatto importante in letteratura. In Italia alcuni casi sono notevoli come Belli e Porta in poesia, ma anche Verga, Pasolini e Gadda. Se la veritá é dominio delle lingue storiche si potrebbe, in questi casi, suggerire che la verità é locale. Il caso di Rosa é emblematico per l'interpretazione del regionalismo. Programmaticamente questo autore restringe il campo della sua narrativa ad una specifica realtà che neanche brasiliana si deve definire bensì mineira: propria dello stato di Minas Gerais. Tutta la sua narrativa si svolge dentro questi confini territoriali e linguistici, che rivelano una impressionante varietá. Improvvisamente dal restringimento di questo campo visuale si delinea un tracciato di tutta la condizione umana.

Mondiale, direbbe l'autore. È chiaro che, come rivela la sua biografia, l'esperienza di Rosa non è semplicemente regionale, ma sorprendentemente multilingue ed internazionale. Eppure nessuna delle sue narrazioni si svolge fuori dagli stretti, seppur ariosi confini del mondo agreste del sertão. Ricorda un po' l'epopea del far west dove, a guardar bene, i magri scenari e grandi spazi non fanno altro che puntare il canocchiale sulla figura uomo. Le foglie e piante ed animali vari sono scenario di umana, epica, tragica commedia: agli inizi della narrativa di Rosa (Sagarana) occupando grande spazio descrittivo, in Grande Sertão e Tutaméia ritirandosi sullo sfondo con cui si fondono e sui cui si stagliano i personaggi. Il regionalismo che a basso livello é strategemma per accattivarsi un seppur limitato pubblico, come nelle letterature di scrittori vernacolari senza talento in Italia, in Rosa é rivelatore di una strategia cosciente di un uomo di mondo, la stessa enunciata da Stravinski nella sua poetica musicale: porsi dei limiti quanto più possibile ristretti e, dentro ad essi, ritrovare inaspettata libertá ed universalità. Chiaro che in Rosa certe scelte stilistiche di tipo sperimentale o neologistico rivelano l'uomo estremamente acculturato, ma mai l'intellettuale. Il conservatorismo di Rosa infatti gli impedisce di essere quel tipo di  intelletuale che di fatto in Italia é considerato l'unico possibile: progressista e di sinistra. Il principale discrimine sta nell'atteggiamento di fronte alla cultura popolare in relazione ai prodotti della sfera colta e di fatto appannaggio della borghesia. La cultura brasiliana porta a questo ed é mal rappresentata da esponenti come Caetano Veloso e Gilberto Gil, che di fatto sono intellettuali borghesi di sinistra. Di qui uno dei motivi che spiegano la grande difficoltà della penetrazione delle espressioni brasiliane in Italia. Rispetto alla cultura popolare Rosa ha una posizione anti-borghese e conservatrice, tradizionalista, che considera le produzioni colte sempre in debito con il retaggio popolare, folkloristico e regionale. Al tempo stesso le produzioni alte come completamento di questi retaggi, come la vetta di una montagna è debitrice e completa le pendici. La rilevanza in Italia degli scrittori Siciliani, Sardi, Campani, Laziali, Veneti o Lombardi, tra gli altri, può indicare il cammino, anche dove la manzoniana e toscana unificazione della lingua hanno portato ad una certa, apparente, uniformità. In Brasile Rosa é favorito dal fatto che la lingua é naturalmente e sorprendentemente unitaria, ed i regionalismi che adotta meno distanti dal Portoghese base che non i regionalismi italiani dall'italiano. Tuttavia sono ancora limiti forti e ristretti, da cui non pochi lettori brasiliani sono ostacolati, perché forzati a districarsi in un linguaggio ed in situazioni tipiche per poter fruire solo dopo questi sforzi delle vaste vedute che le opere offrono. Paradigmatici di questa scelta strategica sono i racconti di Tutamèia, dove oltre ai limiti di sempre, linguistici, di ambientazione, ci sono quelli spaziali, di ermetica brevità di racconti il cui contenuto é in realtà estremamente denso. Al punto che ciascuno di loro potrebbe essere spianato in un singolo romanzo o novella, o sceneggiatura cinematografica.

Il regionalismo appartiene in realtà a Rosa solo in parte, nella sua esperienza di diplomatico e funzionario pubblico di alto livello. Piuttosto una strategia letteraria ed una posizione politica. Anche un mondo da lui di fatto abbandonato che recupera scrivendo: narrazione che redime. Restituzione. Disciplina di scrittura dentro a limitazioni. Irriverenza sperimentale e neologismo quando la lingua, considerata in movimento, si rivela ancora orfana di qualche parola a venire.