Commissione canora
I membri di una commissione di maturità iniziano a cantare arie di Mozart il giorno degli scrutini e non riescono a smettere fino a tarda sera.
In un piccolo Liceo di Provincia, dopo sei ore di scrutini, appena conclusa la cerimonia della timbratura con la ceralacca, mentre i commissari apponevano le loro firme sul pacco, il presidente della commissione d’esame si è lasciato sfuggire un’espressione che, per quanto musicalmente evocativa, sembrava innocua: “uno alla volta”. A quel punto, una commissaria non ha potuto resistere alla tentazione e ha prontamente intonato un’aria delle Nozze di Figaro. Subito anche gli altri commissari si sono aggiunti intonando quell’aria a più voci, e dopo quella molte altre, tratte dalle opere di Mozart, quali il Don Giovanni, il Così fan tutte e il Flauto Magico. Non si tratterebbe di per sé di un fenomeno inquietante se gli stessi commissari avessero poi smesso di cantare e si fossero recati a godersi le meritate vacanze, ma la cosa non è finita lì. Una volta usciti dalla scuola hanno continuato a cantare per le vie della città, nonché in tutti i bar dove si fermavano a fare uno spuntino e a bere qualcosa. Alle undici di sera, si poteva ancora sentire il loro canto nelle piazze e nelle strade, fino a quando una pattuglia dei carabinieri non è intervenuta, su probabile segnalazione di qualche abitante dei paraggi, a fermarli e a multarli per aver disturbatola pubblica quiete. Dopo aver opposto una certa resistenza, pare che il gruppo di cantori si sia rassegnato a tacere, sebbene ci sia in città chi giura di aver sentito qualche aria d’opera ancora alle tre del mattino.