Un dragone per tutte le stagioni
Qual è l’habitat politico migliore per il capitalismo?
La repubblica popolare cinese è oggi il paese che ha la migliore crescita economica del mondo, ma è anche il primo paese al mondo a far registrare un così rapido sviluppo economico senza che sia stato raggiunto un elevato reddito pro capite. La sua economia è cresciuta più grazie alle esportazioni che ad una crescita corrispettivamente proporzionata della domanda interna. Ha ormai un ruolo fondamentale nel commercio internazionale e possiede enormi riserve in valuta estera; si sta comprando l’Africa e può vantare il maggior numero di miliardari al mondo, e tuttavia viene ancora per lo più considerata, e si considera, uno Stato comunista. In effetti non ha mai rinnegato, almeno formalmente, il suo passato, i cui simboli sono ancora presenti nelle sue strade o piazze, così come sulla sua bandiera.
Oggi la Cina è anche il paese che – come fa notare Jared Dianond nel suo libro apocalittico Collapse (2005) e come evidenzia Peter Hugh Nolan, direttore del Centro studi sullo sviluppo presso l’Università di Cambridge e membro del Jusus College, oltre che direttore del Chinese Executive Leadership Program (Celp) – “contribuisce maggiormente all’emissione nell’atmosfera di clorofluorocarburi, di altre sostanze nocive per l’ozono e (tra poco tempo) di anidride carbonica; le sue polveri e gli agenti inquinanti dell’aria vengono trasportati nell’atmosfera verso est nei paesi vicini e anche nel Nord America; inoltre è uno dei due principali importatori di legname della foresta pluviale tropicale, cosa che la rende un fattore di primo piano nella deforestazione dei tropici”.
La dimensione filosofica dei personaggi letterari
Gli intrecci e la struttura polifonica dei romanzi del diciannovesimo secolo o dell'inizio del ventesimo sono sempre più rari e chi adotta ancora oggi tali approcci narrativi riesce a farlo solo al prezzo di riferirsi a contesti familiari o sociali decisamente più angusti rispetto a quelli di allora. Soprattutto, difficilmente si azzarda a sfiorare le problematiche di largo respiro che permeavano invece le vite di quei personaggi ancora un secolo fa. Ma a cosa è dovuta questa scarsa attitudine dei personaggi letterari che abitano le opere narrative degli ultimi decenni a cimentarsi quelle problematiche filosofiche su cui invece amavano riflettere molti grandi personaggi dell’Ottocento e del primo Novecento?
In effetti, oltre alla difficoltà da parte dell'"Io" novecentesco - già preannunciata da Nietzsche - di lasciarsi alle spalle la propria dimensione frammentaria e di misurarsi con ricostruzioni chiare e oggettive, la letteratura contemporanea pare infatti anche restia a cimentarsi con temi e problemi di carattere spirituale o filosofico. Dopo gli Ivan Karamazov, i Kirillov, i Bazarov o, avvicinandoci a noi, il Settembrini della Montagna incantata oppure l'Ulrich di Musil, i protagonisti di pur buoni romanzi del nostro secolo sembrano muoversi in orizzonti più limitati, concedono poco spazio alla riflessione, sembra che ne abbiano perso il gusto, e si trovano per lo più alle prese con problemi quotidiani, siano essi di origine psicologica o sociale.
Allo stesso modo il narratore, anche quando non si lasci prendere nel vortice delle azioni e dei pensieri dei suoi personaggi e cerchi di raccontare come un discreto testimone immaginario le loro vicende, a volte sembra che non osi affrontare certi temi, quasi li avesse preliminarmente espunti dai risvolti della loro vita interiore. Forse ha paura di dare corpo a quei "busti del pantheon" di cui parlava Claudio Magris in suo articolo apparso sul Corriere della Sera di qualche anno fa, e tale paura non risulta infondata, in quanto oggi rischia di suonare falso il tono di qualsiasi narratore che supponga di sapere cosa passi davvero per la testa dei suoi personaggi e si arroghi il diritto di commentare, o addirittura valutare, le loro scelte morali e culturali.
Ma se certe soluzioni - come quella di un narratore assoluto omnisciente - si rivelano sempre più incerte e insidiose, bisogna forse dedurne che quelle problematiche morali - che costituivano parte integrante della vita di molti grandi personaggi del secolo scorso - siano ormai intrattabili e ingestibili?
Ne Il riccio e la volpe, Isaiah Berlin ricorda come a tutti gli scrittori Tolstoj chiedesse sostanzialmente tre cose: una dose sufficiente di talento; che il tema fosse moralmente importante; e infine che amassero ciò che era degno di amore e odiassero ciò che era degno di odio mentre erano intenti al loro lavoro, ovvero che "s'impegnassero" a conservare la nitida visione diretta dell'infanzia e non distorcessero la loro natura proponendosi di praticare un'imparzialità che era necessariamente illusoria.
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La luce tra l'erba
I personaggi de La luce tra l'erba, che sono anche i suoi narratori,
sembrano animati dal desiderio di perdersi per poi ritrovarsi.
Le loro vite s’incrociano a Firenze, a Milano, a Roma, e
ancora a Praga e in Bretannia, a Parigi e New York, ma vi sono
echi della permanenza di qualcuno di loro anche a Madrid e in
Patagonia, a S.Pietroburgo e nelle isole Solovki, dove ancora
s’avverte l’alone della presenza di Pavel Florenskij.
Il narratore centrale, l’unico senza nome e in certo qual modo
“senza qualità”, può così tessere la sua tela tra luoghi evocativi
e simbolici, illuminando con lo sguardo della sua memoria
i resoconti di personaggi che, come altrettanti alberi lungo il
declivio di un rilievo erboso, sembrano allungare, verso la fine
della vicenda che li lega, le loro ombre una di fianco all’altra, sul
far della sera.
"Un racconto di sradicamento, malinconico e avviluppante",
Raffaele La Capria
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Qualche indizio di felicità
Se ti è capitato di provare simpatia per il battito del tuo cuore;
Se non è per te difficile dimenticarti in fretta dei torti subiti e non conosci il rancore;
Se hai percepito il silenzio della neve che cadeva come un messaggio segreto che l’Essere sussurrava alla tua anima;
Se sei consapevole che il male che possiamo fare o subire è solo un effetto dell’ignoranza e della paura;
Sei pensi che in fondo l’innocenza potrà sempre tornare ad affacciarsi nell'anima;
Se ti è capitato di guardare tutte le cose come se fossero le cose a guardare te, e come se fossero stupite e contente di vederti;
Se sei pronto a far schioccare le dita e a guardare la vita da un altro punto di vista e con uno sguardo nuovo;
Se non hai smarrito la voglia di giocare e sai talora prepararti a dormire come se stessi per iniziare un nuovo gioco;
Se ti sei accorto di poter essere veramente felice per la felicità di qualcun altro;
Se sei capace di provare gratitudine per chi ti ha aiutato a imparare la difficile arte di essere felice;
Se hai sperimentato e compreso che anche il dolore può contenere una promessa di felicità;
Se hai condiviso anche soltanto una di queste esperienze, di questi stati d’animo o di queste convinzioni, allora la possibilità di mantenere la promessa di felicità che, in un tempo più o meno remoto e in maniera forse inconsapevole, hai fatto a te stesso non ti sarà mai preclusa.
If you happened to feel sympathy for the beating of your heart;
If it is not difficult for you quickly forget the wrongs and you don’t know the bitterness;
If you felt the silence of the falling snow as a secret message that Being whispered into your soul;
If you are aware that the evil we can do or be just a result of ignorance and fear;
If you think that at the end the innocence will always be able to lean back in your soul;
If you happened to look at things as if they were things to look at you , and as if they were surprised and happy to see you;
If you're ready to snap your fingers and look at life from another point of view and with a new look;
If you have not lost the desire to play and you know sometimes you prepare to sleep as if you were to start a new game;
If you realize you can be truly happy for the happiness of someone else;
If you are able to feel gratitude for those who helped you to learn the difficult art of being happy;
If you have experienced and understood that the pain may also contain a promise of happiness;
If you shared even one of these experiences, of these moods or beliefs, then the ability to deliver on the promise of happiness that, in a more or less remote time and in a perhaps unconscious way, you did to yourself, will never be precluded.